Houston, abbiamo un problema!
Quante volte ci siamo chiesti se potevamo sostenere una spesa, fare un acquisto? A volte pensiamo di non spendere quella cifra, perché privarci subito di tutti i soldi necessari potrebbe crearci qualche problema di liquidità.
Allora? Hai mai sentito parlare del credito al consumo?
Il credito al consumo consiste in prestiti concessi ai cittadini, per aiutarli a sostenere i consumi quotidiani oppure rinviare o rateizzare i pagamenti di beni diversi dagli immobili.
In Italia chi li concede sono le banche e le società finanziarie, anche tramite mediatori creditizi.
Questi prestiti hanno specifiche caratteristiche:
Il canale distributivo, banca o società finanziaria;
l’importo, generalmente concesso fino a un certo limite;
i tassi e le soglie d’usura, infatti sia il tasso applicato che soprattutto il costo globale del finanziamento concesso, non devono superare i limiti stabiliti dalla Legge;
il motivo per il quale si richiede il finanziamento;
come si dovrà pagarlo, con che frequenza cioè si pagheranno le rate, le eventuali spese di istruttoria ecc.;
la presenza di eventuali coperture assicurative, richieste da chi eroga il denaro, che si vuole cautelare da rischi come la perdita del posto di lavoro, gli infortuni invalidanti, ecc.;
le garanzie offerte, per rassicurare la banca o società finanziaria che si restituirà il debito;
l’identificazione di chi richiede il prestito, intesa anche come conoscenza del cliente in termini patrimoniali, reddituali ecc.;
l’eventuale previsione di pagamento diverso dalle rate mensili, come ad esempio mini-rate durante la vita del prestito e maxi rata finale.
Si distinguono i prestiti concessi per acquisto di beni specifici, la lavatrice, l’auto, i mobili della cucina ecc.
Sono stipulati presso rivenditori di beni e servizi allo scopo di dilazionare il prezzo di acquisto. Il negoziante, in forza di un accordo con una società finanziaria o banca, propone alla propria clientela un finanziamento rateale ricevendo una commissione o provvigione per l’attività di procacciamento della clientela stessa. Il netto ricavo del finanziamento va direttamente sul conto del negoziante e sul contratto di prestito viene scritto il bene che si acquista a rate.
Poi ci sono i prestiti personali.
Sono concessi dalle banche o società finanziarie, e non trovano una destinazione unica, servono per soddisfare esigenze differenti, ad esempio l’eseguire piccoli lavori di ristrutturazione in casa ecc. Il netto ricavo viene erogato direttamente al richiedente, sul proprio conto corrente.
Un’altra tipologia di credito al consumo è il credito revolving.
Consente l’accesso ad una somma di denaro, viene cioè concessa una linea di credito sul proprio conto corrente dalla banca o società finanziaria. L’importo accordato varia in funzione dello specifico prodotto, nonché della valutazione patrimoniale che viene effettuata sul cliente stesso.
Si pagano gli interessi se si utilizza il credito, se cioè si prelevano effettivamente i soldi, anche mediante un acquisto di un bene con bonifico ecc. Per quanto riguarda il pagamento del debito, viene stabilita una rata minima, di solito mensile, che il cliente può aumentare nell’importo a sua discrezione, fino a decidere, eventualmente, di pagare l’intero saldo, fermo restando l’obbligo di versare alle scadenze concordate la cifra minima stabilita.
I versamenti mensili hanno il duplice scopo di rimborsare gli interessi e di ricostituire il credito iniziale; questa tipologia di prestito non ha una durata prefissata. Inoltre gli interessi si pagano solo sulle somme utilizzate, per cui l’Istituto finanziatore non percepisce nulla per il fatto di mettere a disposizione del denaro, se questo non viene utilizzato.
Una variante del credito revolving è la carta di credito revolving.
Con questa tessera plastificata si possono effettuare acquisti di beni o servizi presso qualsiasi esercizio aderente al circuito, regolando il pagamento successivamente l’acquisto. Volendo si possono anche prelevare contanti presso gli sportelli bancomat, ma si devono pagare commissioni superiori rispetto alla tradizionale carta bancomat.
Il funzionamento è il seguente:
il cliente, titolare della carta, acquista un bene, una merce. Con una firma sul documento di vendita o la digitazione di un codice segreto, PIN, autorizza la spesa. Si impegna a restituire alla società emittente della carta, banca o società finanziaria, l’importo dell’acquisto nei tempi e nei modi prestabiliti dal contratto sottoscritto.
Il venditore consegna il bene richiesto dal cliente.
La banca emittente la carta di credito si impegna a pagare al posto del cliente quanto dovuto, eventualmente al netto di commissioni prestabilite.
Il cliente pagherà quanto dovuto a cadenza predefinita, di norma mensile, secondo due alternative:
- in unica soluzione, il credito viene concesso per il solo periodo che intercorre tra l’esecuzione della spesa ed il rimborso di quanto speso nella soluzione mensile. In questi casi non si pagano interessi debitori;
- in forma rateale, il cliente paga una percentuale o quota parte del debito residuo, cioè la somma di quanto speso e degli interessi maturati sul debito residuo al netto di quanto già rimborsato. Gli interessi debitori possono essere elevati.
Il pagamento di quanto dovuto viene effettuato con addebito nel conto corrente del debitore.
Altra possibilità è la cessione del quinto dello stipendio o pensione.
E’ una tipologia di prestito prevista in Italia che prevede trattenute dirette sullo stipendio o pensione, fino ad un massimo di un quinto, al netto delle ritenute. E’ richiedibile dai dipendenti sia pubblici che privati ed i pensionati.
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