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Lo Stato italiano ha recentemente richiesto un prestito agli Italiani, della durata di 5 anni. Sono infatti stati collocati, per il tramite delle banche, i Buoni del Tesoro Poliennali serie “Italia”.

 

Il debito contratto è stato emesso sotto forma di obbligazione governativa, che pagherà un tasso lordo annuo dell’1,40% (1,225% netto, significa che chi ha investito 10.000 euro al termine dell’investimento avrà capitalizzato 10.612 euro netti) e servirà principalmente per aiutare finanziariamente lo Stato stesso a gestire l’emergenza economica del Paese.

 

Vi è però un altro strumento, ancora poco noto ai più, che prevede una durata di investimento di 5 anni, il Piano Individuale di Risparmio (P.I.R.).

 

Ci sono almeno tre buone ragioni per pensare seriamente di investire nei P.I.R.:

Le piccole e medie imprese sono le più colpite dalla situazione attuale di stallo, costituiscono il tessuto vitale della Repubblica Italiana, si pensi che il 93% del totale delle imprese esistenti in Italia appartiene a questa categoria.

 

I P.I.R. devono investire almeno il 70% del loro patrimonio nelle piccole e medie imprese, in tal modo si fornisce un aiuto concreto al supporto ed alla rivitalizzazione della nostra economia, effettuato però da un gestore professionale, che conosce il mercato di riferimento e che indirizza i nostri soldi dove è giusto vadano investiti, premiando cioè le imprese meritevoli e soprattutto che queste consentano il ritorno degli investimenti effettuati.

 

Proprio per il fatto che l’investimento è indirizzato verso l’economia reale, vien da dire, “se non ora, quando?”, dato che il momento storico costituisce uno di quelle rare situazioni per cogliere opportunità, acquistando attività sicuramente deprezzate, e che fino a 75 giorni fa capitalizzavano percentuali a doppia cifra superiori a quelle attuali.

 

Chi, investitore dell’area euro, dodici anni fa, ha avuto il coraggio di investire sull’economia reale, cioè sui mercati azionari, ad oggi, dopo anche il calo medio del 20% degli ultimi tre mesi, si ritrova con un portafoglio rivalutato del 145 %, avete letto bene, significa che chi avesse investito sull’indice mondiale azionario 10.000 (diecimila) euro, oggi ne avrebbe 24.500 (ventiquattromilacinquecento).

 

Pensare a medio-lungo termine, in questo caso a 5 anni, vale la pena.

 

Qualsiasi guadagno ottenuto sui P.I.R. dopo 5 anni di investimento ininterrotto sarà esentasse. Zero. In uno Stato come il nostro, dove al termine del 2019 la pressione fiscale è arrivata al 40,5%, evitare di pagare le tasse su un guadagno di un capitale che nel frattempo ha aiutato anche l’economia, è il completamento intelligente di questa scelta di investimento.

 

Pronti all’azione!

 

 

Cosa sono i Piani Individuali di Risparmio P.I.R. (107 download )

 

P.I.R. domande e risposte (102 download )

 

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